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Kinesiotaping:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tecnica di bendaggio con Tape altamente elastico, con funzione di facilitazione neuromuscolare, attivazione analgesica endogena, rimozione della congestione circolatoria, controllo della fatica muscolare.

Sviluppato per la prima volta in America negli anni ’70 dal chiropratico giapponese Dr. Murai, che utilizzava un normale tape, allo scopo di facilitare il movimento, e non di limitarlo come nei bendaggi classici.
Tale metodo fu ripreso nel 1980 e poi ulteriormente sviluppato da un altro
chiropratico giapponese, il Dr. Kenzo Kase, che diede origine al metodo KinesioTaping utilizzando un bendaggio elastico adesivo.

Il termine KinesioTaping deriva dalla chinesiologia, ossia la scienza
che studia il movimento.
Si tratta di una tecnica capace di stimolare le normali capacità
di autoguarigione del corpo attraverso una stimolazione neuromuscolare, utilizzando un tape ad altissima elasticità che facilita il movimento.
La sua funzione è connessa al movimento, quindi il suo utilizzo prevede un buono stato di salute generale del soggetto.

Il Tape utilizzato possiede delle caratteristiche peculiari:

Ipoallergenico: composto da cotone di alta qualità per il 97% e Spandex per il 3%, garantendo il massimo comfort e traspirabilità.
Traspirante: grazie alla disposizione sinusoidale della colla, che consente di limitarne la quantità a diretto contatto con la pelle.
Leggero: con spessore simile quello della pelle.
Termoattivante: la colla acrilica è attivata dal calore; il Tape appena applicato va sfregato per scaldarlo ed attivare la colla, che si manterrà attiva grazie al calore della cute.
Elastico: possiede la stessa elasticità di cute e muscoli.
Unidirezionale: si può estendere solo in senso longitudinale, non trasversale.
Resistente all’acqua: utilizzato anche per sport acquatici e doccia
Non medicato: la funzione del Tape è di stimolazione neuromuscolare, non rilascia alcuna sostanza medicamentosa.

Ad oggi i meccanismi d’azione del tape elastico non sono ancora del tutto conosciuti.
Si ipotizza che la riduzione del dolore sia data dalla riduzione dell’input delle fibre nocicettive per un aumento delle afferenze tattili secondo la teoria del “Gate Control”.

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